La Flat Tax è incostituzionale

La Flat Tax non è certo una novità nel dibattito teorico e nei vari tentativi di implementazione, in particolare nei paesi dell’est europeo postcomunista. Fu ideata da Milton Friedman nel 1956 e da allora è sempre stato un mantra delle teorie neoliberiste in campo fiscale.

In Italia venne proposta, con una aliquota al 33%, da Silvio Berlusconi nel 1994 al posto di un’Irpef progressiva. Poi venne fatta propria dalla Lega di Salvini, per fortuna senza successo. Se non in modo parziale: il 1º gennaio 2004, in Italia, è entrata in vigore l’IRES (Imposta sul Reddito delle Società) al posto dell’IRPEG. L’IRES è una Flat Tax: infatti è presente una sola aliquota pari al 24% (dopo la legge di stabilità 2016). Ma qualche settimana fa il Sole 24 Ore ha dato vita un dibattito sul tema partendo dalla proposta di Nicola Rossi di una Flat Tax sull’Irpef con aliquota al 25%.

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Scaglioni di reddito Legge 825/71 – Differenze con IRPEF di oggi

DAL SAGGIO: 
FISCO, LA COSTITUZIONE TRADITA
Scaglioni di reddito sottoposti a IRPEF in vigore dal 1973 al 1986

ECCO LA LEGGE 825/71

Dopo 23 anni dall’entrata in vigore della Costituzione, viene approvata dal parlamento la legge delega n°825 del 9 ottobre 1971 di riforma tributaria, istitutiva dell’IVA e dell’IRPEF che delegò il Governo ad emanare le disposizioni occorrenti, per attuare i principi Costituzionali della capacità contributiva e dellaprogressività di tutti i tributi, secondo i criteri direttivi determinati da quella legge.

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Una nuova cultura della legalità fiscale

Talvolta capita davvero di guardare la pagliuzza e non la trave. Così viene da pensare osservando in modo critico il dibattito politico sul rispetto dei parametri europei per il deficit di bilancio. Da Bruxelles chiedono all’Italia di diminuire il rapporto deficit/PIL dello 0,2%, che corrisponde a 3,4 miliardi di euro.

Da settimane si discute in modo animato di questi decimali in percentuale e della cosiddetta “manovrina” che il Governo ha varato per recuperare i pochi miliardi richiesti. 

Colpisce tanta attenzione per un dettaglio di secondaria importanza, quando il vero problema è il rapporto debito/PIL, che ha superato il 133%, cioè oltre 2.250,4 miliardi di euro al 31 gennaio 2017 (fonte: Banca d’Italia). Dato che il debito è superiore di 662 volte l’ammontare della “manovrina”, forse sarebbe il caso di porci seriamente qualche domanda sul futuro del nostro Paese. Le reiterate promesse di diminuzione del debito e del raggiungimento del pareggio di bilancio vengono puntualmente disattese. Ogni anno si rimanda all’anno successivo, senza spiegazioni.

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Se l’IRPEF non è uguale per tutti

di Sergio Beraldo e Giovanni Esposito Imposte sostitutive come la cedolare secca sugli affitti sono spesso giustificate con la volontà di far emergere base imponibile. Invece creano solo disparità di trattamento tra redditi uguali. E aumentano la percezione di iniquità del … Leggi tutto

Perché la “Forfait Tax” è iniqua

Anzitutto è sbagliata la definizione: non si tratta di una “Flat Tax”, ma di una “Forfait Tax”.
Ci riferiamo all’imposta sostitutiva – per l’ammontare di 100mila euro annui – che il sistema tributario italiano prevede per i cittadini stranieri che decidano di trasferire la residenza fiscale in Italia relativamente ai redditi prodotti all’estero.

Infatti, la “Flat Tax” è un’imposta applicata al reddito in modo proporzionale, diversamente dal criterio di progressività che comporta l’aumento della percentuale delle aliquote fiscali con l’incremento del reddito imponibile. Invece, la misura fiscale introdotta dall’ultima legge di stabilità con la finalità di attrarre in Italia persone con molto ricche, andrebbe definita più correttamente come una “Forfait Tax”, poiché stabilisce un importo fisso da pagare indipendentemente dal reddito.

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Luci e ombre nella lotta all’evasione fiscale

di Rocco Artifoni

Quadruplicati in 10 anni. Stiamo parlando dei miliardi di euro che ogni anno l’Agenzia delle Entrate recupera dall’evasione fiscale. Infatti, dai 4,4 miliardi del 2006 – con un sostanziale continuo incremento – si è arrivati agli oltre 19 miliardi rientrati nel 2016. In questo caso sicuramente possiamo dire che c’è qualcosa che in Italia sta migliorando in modo strutturale. Tutto bene quindi?

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Nuove regole ISEE: senza autocertificazione tutti più ricchi

L’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) è un’attestazione che consente ai contribuenti a basso reddito di accedere a prestazioni sociali e servizi di pubblica utilità a condizioni agevolate.

È dunque uno strumento di welfare il cui valore dipende dai redditi e dai patrimoni dei componenti il nucleo familiare. Lo scorso anno è stato richiesto da ben 4,2 milioni di famiglie, per un totale di oltre 13 milioni di persone (più del 20% della popolazione residente).

Nei giorni scorsi il ministero del Lavoro e delle politiche sociali ha pubblicato il rapporto annuale[1], nel quale ha fatto il punto sulle dichiarazioni dell’anno precedente; il primo in cui hanno trovato applicazione le nuove regole di calcolo dell’ISEE.

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Fisco e DEF 2017: mancano all’appello 88 miliardi all’anno tra 2010 e 2014

(da La Repubblica del 16.10.2016)

La Relazione sull’evasione fiscale quantifica la differenza tra quanto l’Erario avrebbe dovuto incassare per Irpef da lavoro autonomo e da impresa, IRES, IVA e IRAP e quanto invece ha effettivamente ricevuto. Di questi, oltre 75 miliardi sono da considerare vera e propria evasione.

La Manovra economica per il 2017 ha come corollario l’abolizione di Equitalia e numerosi interventi sul fronte fiscale. Il recupero dall’evasione è centrale per l’equilibrio dei conti pubblici, l’aggiornamento certificato del Def è positivo, grazie a circa 12 miliardi di recupero “permanente” nel corso del 2016. Eppure ci sono ben 88,1 miliardi, oltre tre volte l’entità della legge di Bilancio (27 miliardi) varata il 15 ottobre dal governo, di entrate sottratte al bilancio pubblico nella media del periodo 2010-2014. E se si restringe il campo d’analisi al solo 2012-2013, la media annua sale addirittura a 108,7 miliardi.

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Come rottamare il sistema tributario

Prima gli 80 euro mensili ad alcuni lavoratori dipendenti, poi 500 euro agli insegnanti, successivamente 500 euro ai diciottenni e adesso 800 euro alle donne in stato di gravidanza. La distribuzione governativa di mance sembra aver preso un posto chiave nel sistema tributario.

La parola d’ordine è e resta “rottamazione”. Abolizione di Equitalia, anzitutto, tagliando drasticamente le multe a chi non aveva pagato. Una beffa per gli onesti, un favore ai furbi e agli evasori.

Avanti con la possibilità di far rientrare i capitali portati all’estero e persino quelli nascosti in Italia. Con un contributo forfetario si risolve tutto e si rottama il passato: chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato.

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