Come rottamare il sistema tributario

Prima gli 80 euro mensili ad alcuni lavoratori dipendenti, poi 500 euro agli insegnanti, successivamente 500 euro ai diciottenni e adesso 800 euro alle donne in stato di gravidanza. La distribuzione governativa di mance sembra aver preso un posto chiave nel sistema tributario.

La parola d’ordine è e resta “rottamazione”. Abolizione di Equitalia, anzitutto, tagliando drasticamente le multe a chi non aveva pagato. Una beffa per gli onesti, un favore ai furbi e agli evasori.

Avanti con la possibilità di far rientrare i capitali portati all’estero e persino quelli nascosti in Italia. Con un contributo forfetario si risolve tutto e si rottama il passato: chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato.

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Il superammortamento e l’evasione funeraria

Scaricare: è questo il mantra di molti imprenditori e commercialisti. Scaricare ogni spesa totalmente. Ma nessuno avrebbe potuto immaginare che si potesse arrivare a scaricare anche ciò che non è stato speso. Non sappiamo a chi sia venuta in mente una proposta così stupefacente, ma risulta con certezza che il Governo l’ha inserita nella Legge di stabilità per il 2016 e il Parlamento l’ha approvata. Stiamo parlando del cosiddetto “superammortamento”, cioè una norma che consente alle imprese e ai lavoratori autonomi di “scaricare” il 140% del costo dei beni strumentali acquistati.

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Attenti al canone TV

Il canone TV nel 2016 si pagherà con la bolletta dell’elettricità. Questa novità è stata introdotta per contrastare l’ampia evasione fiscale di questa tassa, partendo dal presupposto che chiunque abbia un allacciamento con la rete elettrica possieda una TV. Questa correlazione tra consumo elettrico e canone TV pone in rilievo la differenza tra due servizi pagati in modo diverso: la corrente elettrica si paga sostanzialmente in relazione al consumo reale. 

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Restituire i beni sequestrati agli evasori fiscali?

Il 22 ottobre 2015 è entrato il vigore il Decreto Legislativo n. 158 di riforma dei reati tributari. Tra le novità più importanti vi sono gli innalzamenti delle soglie di punibilità dei reati di omesso versamento di ritenute dovute o certificate (si passa da 50.000 a 150.000 euro, per ciascun periodo d’imposta) e di omesso versamento IVA (la soglia di punibilità viene innalzata alla quota di 250.000 euro, per ciascun periodo d’imposta). In questo modo, viene notevolmente limitato  l’ambito di rilevanza penale, riducendo la maggior parte dei comportamenti illeciti a sanzioni amministrative. In altre parole il Governo ha emanato una disposizione che su questa materia ha operato una decisa depenalizzazione e, diversamente dalle modifiche apportate per altri reati tributari, a compensazione dell’innalzamento delle soglie di punibilità non ha previsto un aggravamento del trattamento sanzionatorio.

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Quel Pinocchio di Renzi

Era il 3 novembre 2015 quando Matteo Renzi, Presidente del Consiglio dei Ministri, in una conferenza stampa a proposito della proposta di innalzamento (da 1.000 a 3.000 euro) della soglia per l’uso dei contanti affermava: «Al primo che mi dimostra la correlazione tra il tetto al contante e l’evasione cambio provvedimento». Lo stesso giorno Luigi Federico Signorini, vicedirettore generale della Banca d’Italia, durante un’audizione al Senato evidenziava come «i limiti all’uso del contante non costituiscono, ovviamente, un impedimento assoluto alla realizzazione di condotte illecite, specie per il grande riciclaggio, ma introducono un elemento di difficoltà e controllo sociale che può ostacolare forme minori di criminalità ed evasione». La discussione sarebbe finita lì, se a quel punto – per coerenza – il Governo avesse ritirato la proposta, che invece successivamente è stata approvata dal Parlamento all’interno della Legge di stabilità.

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Sempre più indebitati

I numeri talvolta sono impietosi. La Banca d’Italia ci informa che il debito pubblico italiano il 30 aprile 2015 ha raggiunto un nuovo record: 2.195 miliardi di euro. Il 30 aprile del 2014 era arrivato a 2.146 miliardi: in un anno è cresciuto di 49 miliardi di euro.

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2 giugno: quale festa della Repubblica?

Repubblica o Monarchia? Di fronte a questa scelta radicale si trovarono gli elettori italiani il 2 giugno del 1946 con il referendum istituzionale, indetto finalmente a suffragio universale. Con 12.718.641 voti (contro 10.718.502) l’Italia divenne una Repubblica

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Nessuno ci batte per … ignoranza

Primi. In una gara tra 14 paesi molto “sviluppati” siamo arrivati primi. Abbiamo battuto nell’ordine: gli USA, la Corea del Sud, la Polonia, l’Ungheria, la Francia, il Canada, il Belgio, l’Australia, la Gran Bretagna, la Spagna, il Giappone, la Germania e la Svezia. Ma in che cosa consisteva la sfida? Semplice: stabilire qual è la popolazione più ignorante! Nel senso tecnico del termine: chi è più distante dal dato reale, cioè chi ignora maggiormente come stanno davvero le cose. E – purtroppo – noi italiani vinciamo con ampio margine.

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Considerazioni inattuali sul pareggio di bilancio

Ultimamente pare che quasi tutti se la prendano con il pareggio di bilancio inserito in Costituzione. Sarebbe questa la fonte di tutti i nostri mali. Per alcuni persino il pareggio di bilancio in sé sarebbe un obiettivo errato. Chi l’ha detto che i conti debbano essere in pareggio? Così si va ragionando, da sinistra e da destra, da vecchi partiti e da nuovi movimenti. Anche l’attuale Governo vorrebbe maggior flessibilità, spostando nel tempo il raggiungimento del pareggio di bilancio, alzando la percentuale stabilita per il deficit o rinegoziando il fiscal compact, cioè i tempi per la riduzione del debito pubblico.

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