Contro il debito. Equità fiscale, riorganizzazione della spesa e formazione civica

Sessanta miliardi all’anno d’interessi. E “liberarsi dagli interessi” non basta.
 
  mercoledì 28 marzo 2018

Caro direttore, 

grazie per l’attenzione che con il suo giornale, “Avvenire” ha dato e dà alla questione del debito pubblico. È sicuramente il problema principale del nostro Paese, da cui discendono tutti gli altri (lavoro, strutture e infrastrutture, servizi alla persona, sanità, scuola, università, ricerca… ).

Uno Stato che deve spendere oltre 60 miliardi annui per pagare gli interessi sul proprio debito è chiaro che fa fatica a elevare l’erogazione delle proprie prestazioni.

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Fisco e DEF 2017: mancano all’appello 88 miliardi all’anno tra 2010 e 2014

(da La Repubblica del 16.10.2016)

La Relazione sull’evasione fiscale quantifica la differenza tra quanto l’Erario avrebbe dovuto incassare per Irpef da lavoro autonomo e da impresa, IRES, IVA e IRAP e quanto invece ha effettivamente ricevuto. Di questi, oltre 75 miliardi sono da considerare vera e propria evasione.

La Manovra economica per il 2017 ha come corollario l’abolizione di Equitalia e numerosi interventi sul fronte fiscale. Il recupero dall’evasione è centrale per l’equilibrio dei conti pubblici, l’aggiornamento certificato del Def è positivo, grazie a circa 12 miliardi di recupero “permanente” nel corso del 2016. Eppure ci sono ben 88,1 miliardi, oltre tre volte l’entità della legge di Bilancio (27 miliardi) varata il 15 ottobre dal governo, di entrate sottratte al bilancio pubblico nella media del periodo 2010-2014. E se si restringe il campo d’analisi al solo 2012-2013, la media annua sale addirittura a 108,7 miliardi.

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