Il 3 febbraio si è tenuta, con un applauditissimo discorso del presidente Sergio Mattarella, la proclamazione di Trento capitale europea e italiana del volontariato per il 2024, con la partecipazione di 1’200 volontari, di 400 studenti e di rappresentanti delle istituzioni locali, provinciali, regionali, oltre che dei rappresentanti dei CSV italiani e della norvegese città di Trondheim, capitale europea nel 2023. Ha introdotto il Convegno il sindaco Franco Ianeselli, che ha definito i volontari «un antidoto alla rassegnazione e un esempio per la politica, che si fa intimorire dalla vastità e dalla complessità delle questioni del nostro tempo». La presidente nazionale del CsvNet, rete dei centri di volontariato, Chiara Tommasini, ha definito il volontariato un «rafforzamento della capacità di esserci per gli altri».
Mattarella ha riconosciuto che chi s’impegna in qualche forma di volontariato, compie una scelta a favore di ogni essere umano. Per questo può essere definito «campione di umanità», perché la solidarietà è «una pietra angolare degli ordinamenti». Per rispondere al calore di quell’assemblea orgogliosa di una Trento riconosciuta a livello europeo «grande potenza della solidarietà capitale del volontariato», ha ricordato, come ha fatto a Barbiana, don Milani, evocando il famoso “I care”, che pone in primo piano la persona, il suo pieno diritto a essere parte integrante della comunità, favorendo il dialogo e l’amicizia, in termini di gratuità. Di recente abbiamo dilatato il motto in “we care”, perché insieme si va più lontano. Tutti abbiamo bisogno di esprimerla e di riceverla, questa solidarietà, per sentirci parte di una storia che va avanti.
Il presidente non ha fatto retorica, ma, quasi volando sulle cime del Trentino, ha lasciato intravedere le rocce dei primi articoli della nostra Costituzione, che sono alti e profondi anche più di quelli che sono tanto citati nei princìpi del diritto internazionale, ma purtroppo in buona parte ignorati nell’indifferenza, nella sfiducia o addirittura nella prassi di guerre e di comportamenti incivili e delinquenziali. Occorre aggiungere che la Repubblica, che ha il dovere di riconoscere e di garantire i diritti inviolabili e di richiedere l’esercizio dei doveri inderogabili di solidarietà economica, politica e sociale della persona umana, non si riduce alle istituzioni, ossia alle leggi e a chi è legittimato a scriverle e ad applicarle per conto e a beneficio di un popolo che voti e, se ci crede, paghi in maniera equa le tasse.
Per l’articolo 4 della Costituzione «ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società»; per l’art. 118 «Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli o associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà». La maestra che aiutò don Milani a far lezione alle ragazze della scuola media di Borgo S. Lorenzo disse loro: «La voglia di diventare cittadine sovrane e di leggere i giornali non l’avete e bisogna imporsela». Mattarella lo ha ricordato a Trento citando le alte cime che noi ammiravamo da ragazzi.
(pubblicato su Il Giornale di Brescia del 20 febbraio 2024)