In tempi di corona virus si riscopre lo stato sociale, la funzione benefica e solidale delle tasse, la vergogna dell’evasione fiscale.
L’epidemia del corona virus ha messo a nudo la nostra fragilità umana, individuale e collettiva. Il treno in corsa della globalizzazioni e dell’Hi Tech vacilla. I bisogni sociali primari e le paure ancestrali ritornano prepotenti anche nell’occidente opulento ed egoista.
Sul piano economico-sociale l’attuale crisi epidemiologica smaschera le criticità e i limiti del pensiero liberista, basato sulla funzione demiurgica del mercato, sulla primazia del potere economico sulla politica, che affida all’iniziativa privata e al mercato l’istruzione, la sanità e il welfare in genere.
In tempi di corona virus si riscopre lo stato sociale
il governo ha appena messo in campo misure eccezionali, e forse altre ancora saranno necessarie per potenziare il sistema sanitario pubblico e limitare il contagio.
Sono necessari più medici, più infermieri, più sale di rianimazione e terapie intensive e semintesive, più mascherine, più tamponi , etc. etc.
In questo frangente il pensiero unico dei cittadini, al di là del colore politico, del ceto sociale e delle possibilità economiche individuali, è quello di avere una sanità pubblica che funzioni al meglio, che dia una risposta immediata e adeguata all’attuale emergenza sanitaria.
Sul versante economico, i lavoratori, le imprese, i commercianti, gli artigiani, i professionisti, tutti chiedono l’intervento economico dello Stato per il fermo delle attività e l’aggravarsi della crisi economica del Paese conseguente alla situazione epidemiologica. Si chiede un piano d’investimenti straordinario per fa ripartire il Paese.
Insomma i cittadini chiedono più Stato. Ma più Stato vuol dire più risorse pubbliche, più entrate, cioè più entrate tributare (visto che costituiscono circa l’88% delle entrate dello Stato).
Più entrate tributarie vuol dire un sistema fiscale equo che funzioni, dove ognuno faccia la sua parte, dia il suo contributo consapevole e solidale. Vuol dire anche un sistema che abbia una reale capacità di contrasto ai fenomeno di evasione fiscale, che sanzioni senza sconti gli evasori, né condoni.
Di questi tempi tornano di attualità le bellissime parole pronunciate del Ministro Padoa-Schioppa nel 2007 “Dovremmo avere il coraggio di dire che le tasse sono una cosa bellissima e civilissima, un modo di contribuire tutti insieme a beni indispensabili come la salute, la sicurezza, l’istruzione e l’ambiente”.
(tratto dal sito www.fiscoequo.it)