L’onda lunga della ripresa post Covid si abbatte anche sui redditi 2023 e dichiarati nel 2024. Nell’anno in cui il Pil ha registrato un aumento del 6,7% in termini nominali e dello 0,7% in termini reali, il reddito complessivo dichiarato dalle persone fisiche supera i mille miliardi con un aumento del 5,9% sull’anno d’imposta 2022. Il valore medio si attesta così a 24.830 euro. E’ quanto emerge dai dati statistici diramati dal Dipartimento delle Finanze sulle dichiarazioni dei redditi presentate fino ottobre dello scorso. Dati che confermano le disparità ormai croniche della regina delle imposte italiane a partire dalla conferma che su 42,5 milioni di contribuenti che si denunciano al Fisco l’84% dichiara di avere redditi da lavoro dipendente e da pensione.
L’imposta dichiarata e le anomalie
Anche l’imposta netta, ossia quella effettivamente versata all’Erario, cresce del 9% arrivando a 189,9 miliardi per un valore procapite di 5.660 euro. Ma come sempre resta una zona grigia di oltre 9 milioni di soggetti che dichiarano un’imposta pari a zero. Numero che arriva addirittura a 11,8 milioni che pur avendo un reddito non versano tasse grazie al bonus integrativo, i vecchi 80 euro di Renzi.
Paga sempre il ceto medio
La fotografia sulla ripartizione per classi di reddito conferma anche questa volta che a pagare le tasse in Italia è sempre il ceto medio ossia quei contribuenti che si collocano agli occhi del fisco sopra i 35mila euro: più di uno su cinque dichiara il 64% dell’Irpef, addirittura il 30% si colloca tra i 35mila e i 70mila euro. Solo lo 0,2% ha un reddito complessivo superiore ai 300mila euro e dichiara il 7,1% dell’Irpef netta totale.
Le sperequazioni territoriali
Nel giro d’Italia dell’Irpef la maglia rosa spetta alla Lombardia dove il reddito medio complessivo più elevato supera di poco i 29mila euro procapite. Segue la Provincia autonoma di Bolzano con 28.780 euro mentre la maglia nera spetta alla Calabria con 18.230 euro. Resta dunque significativa la distanza tra i redditi medi delle regioni centro settentrionali e quelli delle regioni meridionali. Un dato che, trattandosi di dichiarazioni presentate da lavori dipendenti è comunque influenzato dall’occupazione, dal peso dei salari e certamente dalla propensione comunque all’evasione e in particolare al nero.
I redditi dichiarati
Quello più elevato lo dichiarano i professionisti e gli autonomi con una media che sale da poco più di 64mila euro del 2022 a 70.360 euro. Quello dichiarato dagli imprenditori va su e tocca i 29.250 euro, mentre il reddito medio dei dipendenti si attesta sui 23.290 euro e quello dei pensionati a 21.260 euro. La differenza tra i redditi dei dipendenti e quelli di autonomi e imprenditori è principalmente legata alla diversa modalità di indicazione dei contributi previdenziali all’interno di questi redditi dove per i dipendenti sono riportati al netto delle quote versate alla previdenza mentre per partite Iva e imprese i redditi sono al lordo dei contributi con un valore medio dichiarato di poco più di 10mila euro. Dal dato statistico, poi, è escluso l’1,9 milioni di contribuenti che sono fuggiti dall’Irpef scegliendo il regime forfettario con la flat tax del 15% e che sono cresciuti del 6,5% rispetto al 2022.
(Fonte: https://www.ilsole24ore.com/art/irpef-redditi-record-sopra-mille-miliardi-ma-64percento-dell-imposta-sempre-carico-ceto-medio-AHoteNM?refresh_ce=1)