Debito pubblico e giustizia intergenerazionale

Il debito pubblico italiano supererà a breve la soglia dei 3 mila miliardi di euro, più di 50 mila euro a testa per ogni italiano, infanti inclusi. Il debito si è accumulato (e continua a farlo) perché nel corso degli anni le entrate dello Stato (imposte e contributi) sono state insufficienti per coprire le spese pubbliche (ad esempio, per la sanità, le pensioni e la scuola, ma via via che il debito si accumulava, anche per pagare gli interessi sullo stesso debito), così che i soldi che mancavano sono stati presi a prestito dai privati. Il grande accumulo di debito si è avuto in particolare negli anni Ottanta del secolo scorso, quando per un decennio la differenza tra spese ed entrate (il disavanzo) è rimasta sempre attorno al 10% del Pil, il reddito prodotto da un paese in un anno.

Intendiamoci, talvolta è bene che uno Stato prenda soldi a prestito. Ad esempio, spendere per gli investimenti pubblici può aumentare la crescita economica di un paese, così che la maggior spesa di oggi consentirà domani, tramite la maggior crescita, di rimborsare il capitale e gli interessi. 

Allo stesso modo, indebitarsi per combattere le conseguenze di una pandemia o di una guerra è sensato, perché i benefici che si ottengono non si fermano alla generazione corrente (che beneficia delle spese finanziate con debito) ma si spalmano anche sulle generazioni future (che il debito lo dovranno ripagare).

Quello che invece non è giusto fare è pensare che ci si possa indebitare all’infinito, magari per vantaggi elettorali di breve periodo, perché questo mina la sostenibilità del debito (cioè, la capacità di ripagarlo da parte di un paese) e la sostenibilità è un problema, non solo economico ma anche etico.

Primo, un debito pubblico finanziariamente insostenibile è incoerente con il concetto di “bene comune”. Un debito pubblico insostenibile è contrario all’esercizio delle libertà naturali perché prima o poi l’inevitabile crisi finanziaria obbliga lo Stato ad intervenire con durezza per stabilizzarlo, con costi elevati per la collettività. 

Secondo, un debito pubblico finanziariamente insostenibile è incoerente con quella “ecologia integrale” più volte richiamata da Papa Francesco. Ogni generazione dovrebbe trasmettere alla successiva un debito finanziariamente sostenibile per evitare di precludere alle generazioni che verranno la possibilità di fare esse stesse le medesime scelte di indebitamento (ad esempio, per finanziare investimenti o per affrontare una crisi) che le precedenti hanno potuto fare. La giustizia sociale fra generazioni richiede che il debito pubblico rimanga su livelli moderati e che sia sostenibile.

Fonte: https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2025-01/dizionario-dottrina-socialedebito-pubblico-giovani-futuro.html