Il debito pubblico italiano ha sfondato la soglia psicologica dei 3000 miliardi. Banca d’Italia ha comunicato che a novembre 2024 il debito pubblico ammontava a 3005 miliardi.
Una cifra talmente grande da essere di difficile percezione. Forse può essere utile il dato elaborato dall’Unione Nazionale Consumatori che ha calcolato che per ogni italiano (compreso i neonati e centenari) il debito ammonta a 51 mila euro a testa.
Questo dato viene considerato da qualcuno uno svago aritmetico. In parte sono d’accordo, ma per motivi opposti a chi disprezza il dato pro capite: correttamente bisognerebbe dividere l’importo del debito pubblico non per ogni italiano, ma per il numero dei contribuenti, che ripagheranno con le loro tasse quel debito. Adesso bisogna rispondere a due domande: qual è la dinamica del debito? come viene percepito dai mercati finanziari?
Le dinamiche di crescita del debito per sua semplice inerzia sono ben note: cresce anche senza ulteriori nuovi incrementi del debito (che pure ci sono), si tratta del cosiddetto effetto palla di neve. Per evitare di inondare di numeri il lettore, segnalo che a inizio anno il debito era in valore assoluto 2849 miliardi, il conteggio è semplice. E non si vede all’orizzonte un credibile percorso di riduzione del debito neanche in rapporto al Pil (il primo step rinviato al 2027 causa super bonus).
Le aste sono un successo, la richiesta supera sempre gran lunga l’offerta. Perché? Semplice, per gli investitori è una pacchia: ottengono interessi più alti con basso rischio, visto la garanzia implicita offerta (a loro insaputa) dai risparmiatori italiani, i quali, invece, paradossalmente diminuiscono gli investimenti dai Titoli di Stato (dati Bankitalia).
La misura della credibilità finanziaria italiana viene offerta con oggettività dallo spread: si è ridotto nei confronti della Germania (a causa della crisi economica tedesca), ma è opportuno misurarlo con quello dell’altro grande debitore d’Europa, la Grecia: lo spread dell’Italia (115) è peggiore di quello della Grecia (81). La riduzione della spesa per interessi prevista per i prossimi anni è una buona notizia, ma davvero troppo poco.
Fonte: https://www.italiaoggi.it/economia-e-politica/commenti/il-debito-pubblico-sfonda-i-3000-miliardi-ivzkesk6