Aumenta il debito italiano nel terzo trimestre, in controtendenza con l’eurozona, mentre scende il deficit. Sono i dati fotografati da Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea. Dati importanti per le previsioni economiche d’autunno, che la Commissione Europea presenterà il 15 novembre a Bruxelles.
Il 21 novembre, poi, arriverà il parere della Commissione sulle leggi di bilancio degli Stati membri. Dati particolarmente rilevanti, considerando il fatto che, dal primo gennaio 2024 cesserà l’attuazione della clausola di salvaguardia che dal 2020 ha sospeso il Patto di stabilità per via della devastante crisi provocata dall’epidemia da Covid.
Sono in molti a non escludere l’apertura di una procedura contro l’Italia da parte della Commissione, nel corso del 2024. Partiamo dal dato del debito: tra aprile e giugno 2023, l’indebita-La mento del Belpaese è aumenta-to dal 140,9% del PIL del primo trimestre al 142,4%.
L’Italia (con dati non corretti per il ciclo, è bene osservare) è l’unico tra i grandi Paesi dell’UE a registrare questo incremento, collocandosi dietro alla Grecia (che segna il 166,5% del PIL, comunque in calo rispetto al 168,6% del primo trimestre di quest’anno).
Se si guarda invece all’eurozona nel suo complesso, la tendenza è nella direzione opposta a quella dell’Italia: scende infatti dal 90,7% dei primi tre mesi dell’anno al 90,3%. In calo anche il dato generale per l’UE a 27 Stati membri (dall’83,4% all’83,1%).
Per la cronaca, sono tredici i Paesi al di sopra della soglia di Maastricht del 60% del PIL, inclusa la Germania (che è al 64,6%, in calo rispetto al 65,7% del primo trimestre). La Francia è al 111,9% (da 112,4%), la Spagna al 111,2% (invariata rispetto al primo trimestre).
Complessivamente con l’Italia sono nove gli Stati dell’eurozona che hanno segnato un incremento del debito, mentre in diciotto Paesi si registra un calo.
Guardando all’incremento in termini di percentuale, l’Italia, con +1,5%, è al terzo posto dietro a Cipro (+2.2%) e Slovacchia (+1,6%). Meglio se si guarda il dato annuo, e cioè in confronto al secondo trimestre 2022: l’Italia figura tra i Paesi con il maggior calo (-4%) insieme all’Austria, dietro Grecia, Portogallo, Cipro, Irlanda, Croazia e Slovenia.
Migliora, invece, su base trimestrale, il dato del disavanzo pubblico italiano: tra aprile e giugno il deficit dello Stivale secondo Eurostat è stato pari al 5,4% del PIL contro l’11,3% dei primi tre mesi del 2023. Rimane però il secondo peggior disavanzo dell’Eurozona, qui dietro la Spagna (8,5%). Va detto però che anche in questo caso per l’Italia manca il dato destagionalizzato. A livello complessivo dell’eurozona si registra un calo dal 4,3% del PIL al 2,9%.
Per i venti Stati dell’euro nel loro complesso, il dato destagionalizzato esiste, e vede un deficit medio stabile al 3,3%. Sempre per raffronto, tra aprile e giugno scorso, guardando ai dati non destagionalizzati, la Germania segna un disavanzo pari all’1,1% del PIL (da 3,1%), la Francia del 5,1% (da 6,1%). Colpisce il dato della Grecia, che segna addirittura un dato positivo (dunque un surplus, anziché un deficit), con +1,6% contro un deficit del -9,5% del primo trimestre.
In totale con l’Italia sono nove i Paesi con un deficit superiore al 3%. Complessivamente, sono nove i Paesi oltre la soglia del 3% del PIL (dati non destagionalizzati), mentre per l’Italia Eurostat conferma per l’intero 2022 un deficit pari all’8% del PIL contro l’8,8% del 2021.
In avanzo sono invece Cechia, Danimarca, Estonia, Irlanda, Grecia, Croazia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo e Svezia.
Fonte: Avvenire – 24 ottobre 2023