Dalla padella alla brace.
La Presidente del consiglio dei ministri, dopo la nota frase sul “pizzo di Stato” pronunciata in un comizio a Catania (dove il “pizzo” di cosa nostra è noto da decenni), ha cercato di correggere il tiro, sostenendo di essere stata fraintesa.
“Temo che non abbiate seguito – ha commentato la premier a Fanpage durante le festività del 2 giugno – perché quello che ho detto non riguarda una parte della imposizione fiscale. Dovete approfondire meglio. Io parlavo di quando lo Stato, invece di fare lotta all’evasione fiscale, fa caccia al gettito. Voi capite che è curioso perché dopo si devono fare quegli importi a tutti i costi, altrimenti non si hanno i soldi per coprire i provvedimenti. E si fanno cose bizzarre che sono più simili alla caccia al gettito che alla lotta all’evasione fiscale. Questo secondo me non è giusto”.
Anzitutto la data. Nella ricorrenza della Repubblica sarebbe stato opportuno ribadire ciò che è affermato in Costituzione, cioè che “tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva” (art. 53).
In secondo luogo, ammesso (e non concesso) che lo Stato stia sbagliando nella politica fiscale, sarebbe compito del Governo intervenire e correggere. Invece, per Meloni “si fanno cose bizzarre”. Ma chi è il soggetto e di chi è la responsabilità?
Non solo: se le imposte non sono sufficienti per coprire le spese dei provvedimenti che sono stati decisi (e di conseguenza si apre la caccia al gettito, secondo il Meloni pensiero), ci sono due possibilità: o le imposte previste sono inferiori alle necessità, oppure le promesse fatte agli elettori sono eccessive. O entrambe le cose.
In ogni caso la Presidente del consiglio dei ministri dovrebbe spiegare qual è la differenza tra la lotta all’evasione fiscale (che sarebbe legittima) e la caccia al gettito (che sarebbe ingiusta).
Per analogia, si potrebbe sostenere che le forze dell’ordine possono contrastare chi cerca di evadere dal carcere, ma non devono dare la caccia a chi è evaso per farlo ritornare in prigione!
A questo punto potremmo provare a scambiare le parole: dare la caccia all’evasione fiscale o lottare per raccogliere tutto il gettito? Che confusione! Non si distingue più il positivo dal negativo…
Forse perché la confusione non sta nelle parole, ma nell’ideologia di chi pensa che lo Stato che impone le tasse sia un nemico da contrastare o da eludere. E quando al vertice di un Governo arriva una persona con quella ideologia, si crea inevitabilmente un corto circuito.
Perciò, non c’è bisogno di cercare di spiegare il senso di alcune frasi, perché è chiarissimo: chiunque capisce che osteggiare la caccia al gettito è fare l’occhiolino agli evasori fiscali.
È intollerabile che ciò accada soprattutto da parte di chi ha giurato sulla Costituzione e che lo faccia senza doversi vergognare.