Sette milioni di italiani hanno troppi debiti

Somiglia un po’ a una corsa al ri­alzo tra esperti di statistica ma non c’è dubbio che il problema della povertà in Italia sia reale e stia diventando esplosivo: che siano veri i 6 milioni di poveri stimati dalla Caritas, o ancora più veri i 7 milioni di sovraindebitati di cui parla il rapporto presentato in Vaticano dall’Associazione Liberi dal Debito, una cosa è certa, nel suo insieme il Paese è benestante, ma questo benessere continua a concentrarsi in un numero via via più ristretto di tasche.

Fa scalpore il dato sui sovraindebitati, che è anche il più fresco: perché dipinge un quadro imprevisto, di gente che ha avuto la forza di chiedere e ottenere un prestito, scommettendo quindi sul futuro e sulle proprie capacità, ma poi soccombe di fronte alle difficoltà economiche e non riesce più a rimborsare il debito finendo quando va bene nelle mani delle banche o delle finanziarie autorizzate e quando va male in quelle degli strozzini.

E attenzione: sono dati, questi sull’extra-debito, precedenti alla crisi dell’energia e del caro-prezzi, che ha complicato le cose a tutti, con un’inflazione al 12%, mai così alta dal 1984, che aggrava ulteriormente una situazione già pesante. Diciamo subito che indebitarsi non è una mossa prudente, meno che mai oggi: «In questa situazione di carovita e caroprestiti galoppanti, contrarre debiti è pura follia!» afferma Gianmario Bertollo, fondatore di Legge3.it, che da anni aiuta famiglie e imprese ad uscire dal sovraindebitamento. «Oggi sappiamo che molte persone con­ traggono debiti solo perché non sanno gestire il proprio denaro e agiscono con leggerezza».

Un esempio classico? Andare in vacanza: non è una spesa accessibile a tutti, ma tutti la desiderano, comprensibilmente: «Si parla di almeno 35 milioni di persone che si sono concessi una vacanza la scorsa estate» dice Jimmy Greselin, presidente dell’Associazione Liberi dal Debito «ma dati alla mano, il 37% dei nostri connazionali ha un reddito tale che non permetterebbe di fare neanche una settimana all’anno. Pur di non rinunciare al viaggio, però, sempre più persone ricorrono ad un prestito, senza pensare agli oneri di rimborso.

Ecco, così inizia il sovraindebitamento». Un altro filone pericoloso è quello delle micro rate diffusissime tra i giovani. Poiché le varie piattaforme di acquisto non dialogano tra loro, è possibile che i 3 o 4 acquisti rateali fatti magari in queste settimane di fine anno raggiungano insieme un peso complessivo nella tasca dell’indebitato che non era stata previsto e che non è sostenibile. Non c’è una bacchetta magica che risolva il problema, in particolare per i privati cittadini imprevidenti.

Ma per le microimprese una via di fuga c’è ed è il ricorso. Un punto di svolta c’è stato nel 2012, con la Legge 3/2012, la cosiddetta “salva suicidi”. Insieme al successivo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza sono nati con lo scopo di porre fine al problema dell’eccessivo indebitamento che, dopo la crisi del 2009, ha travolto il nostro Paese con conseguenze tragiche. Due provvedimenti normativi pensati proprio per chi, sebbene in buona fede, si è ritrovato in un vortice fatto di debiti ed interessi, con gli usurai sempre lì, pronti ad approfittarne.

(tratto da “Economia & Risparmio”, 22 novembre 2022)