In una società dove c’è chi non si vaccina perché tanto l’immunità di gregge la garantiscono i vaccinati, dove c’è chi fa di tutto per non pagare le tasse perché tanto i servizi pubblici li usa lo stesso, dove la furbizia trionfa sull’onestà e il consenso politico viene pagato con i soldi dei cittadini onesti, la lezione del prof. Luciano Corradini1, deve far riflettere sul mondo in cui vogliamo vivere e quello in cui vogliamo che vivano i nostri figli e nipoti. Luciano Corradini, insigne studioso, ha ricevuto l’ 11 ottobre 2021 il premio “Donato Menichella”, storico Governatore della Banca d’Italia dal 1946 al 1960. Anna Paschero, che ha partecipato alla premiazione ha tracciato questo ritratto di un personaggio poco noto, ma sicuramente fuori dal comune e di grande coerenza morale.
A 86 anni il professore continua la sua battaglia con la vivacità e lungimiranza di sempre. Non contano gli anni, ma la voglia di cambiare veramente questo Paese, dimostrando che l’indifferenza e le delusioni non devono far venir meno la voglia di combattere per un mondo più giusto. “Alla ricerca di un Tesoro nell’educazione” – il titolo della sua lezione raccontata “a braccio” per necessità di sintesi alla platea presente per la consegna del Premio “Donato Menichella”, alla sua ventesima edizione – parte dal rapporto all’Unesco della Commissione Internazionale sull’Educazione per il XXI secolo di Jacques Delors, europeista, ministro delle finanze della Repubblica francese durante la presidenza Mitterand a metà degli anni Ottanta, presidente della Commissione europea per dieci anni, dal 1985 al 1995. L’Educazione non come ideale cui tendere, ma come mezzo concreto per promuovere una forma più completa e armoniosa dello sviluppo umano; per ridurre povertà, esclusione, ignoranza, oppressione e anche la guerra. Non solo come processo continuo di miglioramento della conoscenza, ma come mezzo straordinario per favorire lo sviluppo personale e per costruire rapporti tra individui, gruppi e nazioni del mondo. L’Educazione per affrontare i “mali” che sono diventati più acuti, nonostante l’avanzare del progresso e della scienza, come l’esclusione sociale e la disoccupazione sempre più crescenti nei paesi ricchi e le disuguaglianze sempre più crescenti in tutto il mondo.
L’Educazione come mezzo per affrontare le minacce che incombono sul pianeta a fronte delle quali, nonostante l’opinione pubblica e la coscienza internazionali, non sono state ancora stanziate risorse né individuati rimedi. L’Educazione come attività permanente da svolgere per tutto l’arco della vita umana per consentire a tutti di sviluppare i propri talenti e la propria coscienza: imparare per tutta la vita rappresenta – come ha sostenuto Delors nel suo rapporto – una delle chiavi d’ingresso nel XXI Secolo. Imparare a vivere insieme, imparare a conoscere, imparare a fare, imparare ad essere, sono i quattro pilastri messi in risalto dalla Commissione Delors e richiamati dal prof. Corradini nel corso della sua lezione. Il Tesoro, con la T maiuscola, rappresenta i talenti che sono nascosti – come un tesoro sepolto in un campo – in ognuno di noi. Questo tesoro deve essere utilizzato per il bene di tutti. Il premio Donato Menichella di cui il Prof. Corradini è stato appena insignito rappresenta un riconoscimento non solo per la sua esperienza professionale, ma soprattutto per l’opera di “volontariato fiscale” da lui concretamente svolta (per ridurre la distanza tra la teoria e la pratica e tra la vita che si pensa e quella che si vive) con il versamento mensile per 15 mesi consecutivi, del 10% della sua retribuzione di docente universitario all’Erario.
Egli, in una lettera inviata all’allora presidente del Consiglio Giuliano Amato, nel settembre del 1992 si definiva “cittadino colpito dalle misure amare della cosiddetta manovra decisa dal Suo Governo, finché perdureranno le attuali difficoltà dell’Italia. Pur avendo stima per la Sua persona e per quella di alcuni suoi ministri, non intendo giurare sulla validità della Sua politica, né farmi prendere da quel tipo di emotività che portava le generazioni delle nostre madri a consegnare la vera alla patria, con l’esito che sappiamo. Sto cercando di imparare il mestiere di cittadino, rischiando ovviamente di sbagliare, in un senso o nell’altro”.
L’improvviso collasso della lira dell’estate del 1992, infatti, e la speculazione internazionale che ne seguì, aveva condotto il nostro Paese sull’orlo della bancarotta. La Banca d’Italia bruciò 30.000 miliardi di lire nella vana speranza di difendere la propria valuta. E pensare che all’inizio degli anni ’60 la lira italiana era stata insignita dalla Giuria del Financial Time Internazionale, dell’Oscar come valuta più stabile al mondo! Che cosa era successo? Un quindicennio di spesa facile per evitare tensioni sociali e l’esplodere del fenomeno di “Tangentopoli” cui i cittadini assistettero sgomenti e con rabbia nei confronti della classe politica dirigente alla quale venivano imputate non solo le ruberie delle tangenti, ma scelte economiche scellerate.
Il debito pubblico salì al 117% del prodotto interno lordo nazionale e indusse il presidente del Consiglio Amato a correre ai ripari con il blocco degli stipendi del pubblico impiego e con un prelievo fiscale straordinario di 11.000 miliardi. Con la manovra di bilancio di 93.000 miliardi di lire venne decretato il blocco delle spese dei Ministeri tra cui quelle del Ministero della Pubblica Istruzione. “Mentre la nave imbarcava acqua e rischiava di affondare (il marco passò da 750 a 900 lire), si levarono le voci di Bossi e Miglio che minacciavano lo sciopero fiscale e il rifiuto di procedere all’acquisto di BOT e dei CCT, gli strumenti con i quali un governo con l’acqua alla gola cercava di far fronte di giorno in giorno al peso degli interessi sul debito”.2
In questo clima morale, politico e giudiziario, il prof. Corradini diede vita nel 1993 all’Associazione per la Riduzione del debito pubblico (ARDeP), nata attraverso una “provocazione” di volontariato fiscale, ma che prosegue tuttora il suo impegno cercando di far riflettere sulle interconnessioni tra fenomeni finanziari, economici e politici e il legame che esiste tra comportamenti individuali, collettivi e scelte istituzionali. L’Educazione resta al centro dell’impegno dell’ARDeP, che si è prodigata attraverso il suo presidente emerito prof. Corradini per la reintroduzione nelle scuole, avvenuta solo di recente, dell’obbligo dell’educazione civica. “Se i cittadini non conoscono le istituzioni del Paese come si può pensare di impartire loro una educazione finanziaria?”. Le reazioni scomposte, non solo di gruppi di cittadini ma anche di esponenti politici, all’introduzione nella riforma fiscale della revisione del catasto dimostra quanto sia urgente una formazione in questo senso.
Se dovesse capitarvi di chiedere improvvisamente ad un amministratore locale o ad un esponente di partito o ad un eletto nel Parlamento nazionale a quanto ammontano le entrate e spese dell’Ente o del bilancio dello Stato, o a quanto ammontano gli interessi che dobbiamo pagare per il servizio del debito e a quanto ammonta quest’ultimo, non stupitevi se non riceverete una risposta. Anzi verrete tacciati di essere dei “ragionieri” e che la politica è ben altra cosa. Ma ne siamo proprio sicuri, quando si è alla guida finanziaria ed economica del Paese e si decide del destino dei suoi cittadini?
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2Da La tunica e il mantello. Debito pubblico e bene comune: provocare per educare, Euroma La Goliardica, 2003