Il macigno del debito pubblico è sempre più pesante

Cari giovani, il debito è un crimine contro il vostro futuro.

Ogni governo a parole si propone di ridurre il debito dello Stato, ma i risultati sono sempre esattamente l’opposto. L’anno 2019 si è chiuso ufficialmente con 2.409 miliardi di euro di debito in capo agli italiani (dato ufficiale Banca Italia 14/02/2020). Significa che ogni neonato ha sulle spalle 40.000 euro di debito; per una famiglia di (tre componenti) circa 120.000 euro; come un mutuo con relativi interessi da pagare.

Ciò che è più grave, nel 2019 il debito è aumentato di ulteriori 29 miliardi, in barba a tutti gli impegni di riduzione. Un debito pari al 134,8% della ricchezza prodotta dal Paese. Per ripagare il “macigno debito”, occorrerebbe un anno e quattro mesi di lavoro gratis dei cittadini e delle imprese. Inoltre con l’applicazione dei nuovi criteri UE sul debito pubblico, sono emersi ulteriori 64 miliardi di debito prima non contabilizzati.

A creare questo colossale debito hanno contribuito i governi Andreotti, Craxi, Berlusconi. Ha contribuito anche il governo Renzi, il governo sovranista Salvini – Di Maio e anche l’attuale. I provvedimenti presi nell’ultimo anno: reddito di cittadinanza, quota 100, riduzione tasse, gratuità asili ecc. sono caricati su un maggiore debito pubblico.

Nel governo sovranista, Salvini e Di Maio, facendo a gara a chi la sparava più grossa, sono arrivati ad affermare: “chi se ne frega del debito, il debito è delle banche”. Una completa idiozia e falsità. Il debito dello Stato per il 70% è finanziato dai risparmi investiti degli italiani, solo il 30% è finanziato dai fondi d’investimento esteri. Se il debito fosse declassato a “spazzatura” o l’Italia cadesse nel default (insolvenza), sarebbe anche il risparmio degli italiani a diventare carta straccia.

In Europa siamo il Paese con maglia nera per il debito. Peggio di noi c’è solo la Grecia. La Francia ha un indebitamento del 94,4%, il Regno Unito del 85,9%, la Germania del 61,9%, la Spagna del 97,6%, la media Europea è del 86%. Anche gli Stati Uniti hanno un indebitamento più basso: 105%.

Quanto costa a famiglia?

Uno sprovveduto potrebbe dire: “ma il debito è dello Stato non è mio”. Vero! Ma…il debito è costato nel 2019, ben 70 miliardi di interessi passivi, che divisi per 20 milioni di famiglie, significa 3.300 euro/anno che ogni famiglia paga d’interessi. Più lo spread sale, più elevati sono gli interessi da pagare; più lo spread scende, più leggero è il conto da pagare. Affermare, come hanno fatto due noti “statisti”: “chi se ne frega dello spread” è un’altra grave idiozia. 

Queste risorse che lo Stato “butta”, o meglio noi buttiamo, per interessi, sono meno risorse per migliorare le scuole, la sanità, i servizi al cittadino; e soprattutto sono meno investimenti per l’occupazione e il lavoro.

Dovremmo dire grazie all’Unione Europea e a Draghi che ha tenuto bassi i tassi, altrimenti la spesa di 70 miliardi avrebbe potuto essere di 100 (in tal caso sarebbero stati ben 5.000 euro a famiglia). Per rendere comprensibile “il macigno del debito” si pensi che l’istruzione (asili, università, ricerca) costa 75 miliardi, il servizio sanitario costa 120 miliardi. Noi rischiamo che gli interessi sul debito diventino il “servizio” più costoso. È una follia! Il debito va ridotto non perché ce lo chiedono gli altri, ma perché è un cappio al collo ai nostri figli.

Per il 2020 quali previsioni?

Ovviamente le previsioni di questo governo sono ottimistiche, ma non sono attendibili, la prospettiva per il 2020 rischia di essere peggiore del 2019. Cerchiamo di ragionare su dati oggettivi, non sulla propaganda che in Italia è continua per 12 mesi l’anno. Le ragioni sono semplici, vediamone alcune.

In Italia la popolazione attiva si riduce. Nell’anno 2019 i decessi sono stati 630.000 e i nati soltanto 430.000. In quattro anni la popolazione residente si è ridotta di 450.000 (se si riduce la popolazione il debito pro/capite aumenta).

La crescita economica è prevista a + 0,1%, ma è molto probabile, direi certo, che sarà negativa, per le numerose aziende in crisi, la guerra sulle tariffe tra Stati Uniti e Cina i cui costi ricadono anche sull’ Europa. La vicenda del Virus aggrava tutte le previsioni.

Se la ricchezza del paese non cresce, la conseguenza è che il rapporto debito/PIL, ora al 134,8%, peggiora. Se poi il debito o lo spread dovesse anche aumentare, peggiora due volte.

Molte spese sul bilancio dello Stato hanno aumenti direi “automatici” per rinnovo contratti, aumento dei costi nella scuola, sanità, pubblica amministrazione, potrebbero essere compensate con tagli alle spese improduttive, ma…

Le spese improduttive sono stimate in circa 20 miliardi sul bilancio dello Stato. Ma nessun governo ad oggi ha avuto il coraggio di tagliarle. Il caso Alitalia insegna.

La lotta all’evasione: è su questo capitolo che i politici ripongono le speranze di entrate aggiuntive, ma sarà possibile? Su 100 euro di tasse 23 sono evase. L’evasione complessiva è stimata a 200 miliardi di euro anno. Alcune categorie evadono per l’86% del reddito. Lo Stato, con le attuali tecnologie, conosce gli evasori… ma temo, che per l’anno in corso la situazione non migliorerà.

L’iva da sterilizzare: nel 2020 ci sono altri 40 miliardi che dovranno essere trovati per evitare l’aumento dell’IVA (si parla di rimodulazione che vuol dire aumenti).

In conclusione il debito nel 2019 è cresciuto di 29 miliardi, nel 2020 l’aumento rischia di essere superiore. L’Italia continua a camminare sull’orlo del baratro con un debito sempre più pesante e una situazione produttiva sempre più negativa. Ma questo nessuno lo dice.

In queste condizioni il lavoro per i giovani, resta un miraggio, soprattutto per i giovani del mezzogiorno dove il livello di disoccupazione ha raggiunto il 30%.

Nel 2019 oltre 100.000 giovani italiani, per lavorare sono andati all’estero, per il 2020 quanti saranno?

Questa situazione di “stagnazione”, di non crescita (che abbiamo da 10 anni), ha un nome: si chiama “delitto del debito”. Negli ultimi 14 anni abbiamo bruciato 1.000 miliardi di euro di ricchezza per pagare interessi sul debito. Se queste risorse fossero state investite in modo produttivo, non avremmo il livello di disoccupazione di oggi. Se l’Italia avesse un debito sulla media europea, i capitali verrebbero in Italia a fare investimenti produttivi e non, come avviene oggi, per speculare sul nostro spread.

C’è uno spiraglio di speranza?

L’economia circolare: l’Unione Europea ha deciso un programma di investimenti per 1.000 miliardi a favore dell’economia circolare per migliorare le condizioni ambientali; occorre darsi da fare, preparare i progetti per non perdere questo treno.

Flessibilità sul debito per investimenti: l’Unione Europea sta decidendo una maggiore flessibilità sul debito, purché tali risorse siano investite per produrre ricchezza e occupazione. Anche questa è un’altra possibilità aggiuntiva.

Lotta all’evasione e all’elusione, cioè a leggi compiacenti che consentono d’evadere. In Italia sono oltre 200 i miliardi di tasse evasi ogni anno. L’Italia deve impegnarsi di più in Europa per misure contro l’elusione fiscali delle multinazionali (vendono in Italia e fatturano in Irlanda, Lussemburgo, o nei paradisi fiscali dove non ci sono controlli fiscali).

Considerando tutti gli aspetti positivi e negativi, a cui va aggiunto il corona virus, il trend per il 2020 per l’occupazione, il reddito e il debito sarà negativo.

Il governo italiano

Se poi dovesse tornare un governo in conflitto con l’Europa allora il peggio sarebbe assicurato. È da auspicare che tutto il governo contribuisca ad una prospettiva di un governo stabile e affidabile:

– che dia un segnale di contenimento del debito, quantomeno uno spostamento di risorse dall’assistenzialismo agli investimenti produttivi o alle risorse necessarie per l’emergenza del corona virus;

– una lotta all’evasione fiscale fatta di nuovi provvedimenti concreti, non di impegni generici per il futuro;

ai giovani urge un contratto erga omnes che metta al bando retribuzioni da fame nel lavoro precario e nelle centinaia di false cooperative. Lo strumento più semplice è il cosiddetto contratto “erga omnes”. Quando una categoria, ad esempio i metalmeccanici, rinnovano il contratto nazionale, occorre farlo diventare erga omnes, cioè a valore di legge.

Questi alcuni dei provvedimenti che sarebbero necessari, ma temo che si andrà nella direzione opposta, con ulteriori regalie e bonus assistenziali, in previsione dei prossimi appuntamenti elettorali.

Se poi, i litigi nel governo dovessero far precipitare la situazione, rischiamo di arrivare a “provvedimenti d’emergenza”. Quando un governo ricerca risorse d’emergenza, i provvedimenti cadono su entrate certe e immediate, cioè: casa, conti correnti, tagli su pensioni, salute e scuola. Scelte che sarebbero l’opposto dell’equità sociale. È già successo in passato, per non temere che si ripeta in futuro.

Per l’anno 2020 speriamo in bene… ma non c’è da stare allegri!

 

Paolo Landi – Fondazione consumo sostenibile