(da La Repubblica del 16.10.2016)
La Relazione sull’evasione fiscale quantifica la differenza tra quanto l’Erario avrebbe dovuto incassare per Irpef da lavoro autonomo e da impresa, IRES, IVA e IRAP e quanto invece ha effettivamente ricevuto. Di questi, oltre 75 miliardi sono da considerare vera e propria evasione.
La Manovra economica per il 2017 ha come corollario l’abolizione di Equitalia e numerosi interventi sul fronte fiscale. Il recupero dall’evasione è centrale per l’equilibrio dei conti pubblici, l’aggiornamento certificato del Def è positivo, grazie a circa 12 miliardi di recupero “permanente” nel corso del 2016. Eppure ci sono ben 88,1 miliardi, oltre tre volte l’entità della legge di Bilancio (27 miliardi) varata il 15 ottobre dal governo, di entrate sottratte al bilancio pubblico nella media del periodo 2010-2014. E se si restringe il campo d’analisi al solo 2012-2013, la media annua sale addirittura a 108,7 miliardi.
È questo l’ammontare del cosiddetto “gap” relativo a IRPEF da lavoro autonomo e da impresa, IRES, IVA e IRAP: la distanza tra quanto lo Stato avrebbe incassato se tutti i contribuenti avessero versato il dovuto, e quanto invece è affluito effettivamente nei forzieri pubblici.
Questa stima è contenuta nella Relazione sull’evasione fiscale e sull’economia sommersa predisposta dalla Commissione istituita con decreto del ministro dell’Economia, composta dai rappresentanti delle amministrazioni pubbliche, centrali e locali, nonché da soggetti provenienti dal mondo accademico e istituzionale.
“Nella media del periodo 2010-2014 – si legge nella relazione – il gap complessivo ammonta a 88,1 miliardi di euro, di questi 12,4 sono ascrivibili alla componente dovuta ad omessi versamenti ed errori nel compilare la dichiarazioni. Pertanto, il gap derivante dal completo occultamento delle base imponibile e/o dell’imposta ammonta a 75,7 miliardi di euro”.
La Relazione considera il ‘tax gap’ come il divario tra le imposte effettivamente versate e le imposte che i contribuenti avrebbero dovuto versare in un regime di perfetto adempimento agli obblighi tributari previsti a legislazione vigente, come una misura indicativa dell’evasione fiscale.
La voce che sfugge maggiormente alle maglie dell’Erario è l’Iva, che fa registrare un valore pari a 39,5 miliardi di euro se si guarda ai soli anni 2012 e 2013. Nel complesso, in media in quel biennio, si osserva un gap pari a 108,7 miliardi di euro, di cui 98,3 miliardi di mancate entrate tributarie e 10,4 miliardi di mancate entrate contributive. Dal 2012 al 2013 l’incremento delle mancate entrate tributarie risulta pari a 2,5 miliardi di euro, mentre la dinamica del gap riguardante le entrate contributive registra una leggera flessione (circa 280 milioni di euro).
Per gli anni d’imposta 2012 e 2013 il tax gap per tutte le principali imposte considerate risulta pari in media a 98,3 miliardi di euro annui. Nel dettaglio, il tax gap IRPEF da lavoro autonomo e da impresa, IRES, IVA e IRAP ammonta a 89,8 miliardi di euro. A questa stima occorre aggiungere i circa 3,9 miliardi di euro dell’Irpef per il lavoro dipendente irregolare e i circa 4,6 miliardi di euro dell’Imu per gli immobili diversi dall’abitazione principale. In media risulta un ammontare di entrate contributive evase pari a 10,4 miliardi di euro, di cui 8 miliardi circa a carico dei datori di lavoro e 2,4 miliardi a carico dei lavoratori dipendenti.