di Pasquale Moliterni
Dall’Avvenire del 16 settembre 2016 (pag. 5) viene messo in evidenza che il debito pubblico continua a salire ogni mese.
Dai dati della Banca d’Italia emerge che da gennaio a luglio 2016 è arrivato a 2.252,2 miliardi, salendo dunque in 7 mesi di 81 miliardi circa, come si può vedere nella tabella allegata.
Cinque anni fa il nostro era il secondo debito pubblico più elevato, eravamo superati solo dal Giappone ove però il debito è detenuto prevalentemente dai giapponesi stessi e non da Paesi esteri come invece è prevalente da noi.
In rapporto al Pil, dal 2011 ad oggi il debito italiano è aumentato del 20%, mentre nella zona euro è aumentato mediamente del 24%, come evidenziato dalle tabelle Eurostat. Dai dati dell’istituto europeo di statistica emerge altresì che la Francia ha registrato un incremento del debito del 39% e la Spagna addirittura del 108%. Il problema è che tali Paesi indebitandosi hanno fatto crescere la propria economia. Nell’area euro il Pil è cresciuto del 10% tra il 2010 ed il 2015, in Francia del 9% e in Italia del 2%.
Come mai? Non potrebbe dipendere dal fatto che nel nostro Paese esista un alto livello di economia sommersa che non consente di registrare l’effettivo prodotto interno lordo?