Cari amici ed amiche,
vi scrivo, a distanza di due settimane e dopo la pubblicazione sul nostro sito del verbale dell’assemblea dell’8 scorso, per ringraziarvi della stima e della fiducia accordatami, nella certezza di poter contare sull’impegno e sulla collaborazione di ciascuno di voi.
Siamo una piccola e coraggiosa associazione ricca di persone piene di idee e competenze e che ha in Luciano il suo coraggioso pioniere e il suo faro.
E’ del 26 settembre 1992 la data del suo primo versamento provocatorio di 500 mila lire per la riduzione del debito pubblico, per il bene del nostro Paese e delle future generazioni.
Se il suo impegno condiviso da tanti amici e amiche, che progressivamente si sono associati nell’impresa, non è stato riconosciuto che flebilmente, oggi dobbiamo registrare con soddisfazione il fatto che la questione sia entrata a viva voce nell’agenda politica.
Sono in atto impegni nella riduzione e nella ottimizzazione della spesa, così come si stanno incrementando le azioni di controllo del fenomeno dell’evasione fiscale e della corruzione dilaganti.
Sappiamo che tutto questo non è sufficiente e che sono necessarie politiche più sistemiche e sistematiche, secondo principi di equità.
Dal 1993 il nostro debito pubblico continua a crescere in maniera quasi costante, nonostante le numerose manovre finanziarie e pur in presenza di un avanzo primario da qualche anno positivo e di una ricchezza privata che è più di quattro volte il debito stesso.
Come qualcuno ha scritto, il debito produce debito ed è necessario, dunque, incidere su di esso in maniera coraggiosa, ponendo innanzitutto mano a un sistema fiscale che ha spaccato l’ Italia nelle due categorie di lavoratori autonomi e lavoratori dipendenti, ponendoli l’un di fronte all’altro armati, come abbiamo visto anche dal nostro dibattito interno.
Si allarga la forbice tra chi è sempre più ricco e chi fatica sempre più per avere una vita dignitosa.
Sappiamo che, seppure importante, non basta un possibile noleggio di opere artistiche, così come sappiamo che la dismissione dei beni pubblici deve essere pensata nel contesto dell’art. 9 della nostra Costituzione.
Dobbiamo avere il coraggio di richiamare l’attenzione sulla necessità di una politica fiscale più equa che consenta la compartecipazione di tutti i cittadini, in ragione della propria capacità contributiva, al cesto comune del fisco, per poter avere servizi che innalzino la qualità della vita e consentano la rimozione degli ostacoli allo sviluppo di ciascuno nelle diverse aree del nostro Paese.
Esiste un problema formativo ed educativo, di coscienza e di coscientizzazione civile, ma sappiamo che quelli educativi sono processi lunghi e dai risultati sempre in bilico, che richiedono per la loro implementazione il supporto organizzativo, giuridico e sanzionatorio.
Le buone intenzioni e i buoni propositi debbono, infatti, essere rinforzati da un sistema giuridico, sanzionatorio e socio-culturale idoneo ad esprimere il patto sociale.
E’ un impegno ampio e complesso, che richiede di fare rete, innanzitutto tra noi e poi con le altre associazioni che hanno a cuore il bene comune.
Ciascuno di noi è, infatti, portatore di un punto di vista sulla realtà e, dunque, di una parte di verità, che necessariamente richiede la capacità di essere messa in correlazione, senza pregiudizi e con spirito di carità, con gli altri punti di vista, per una visione più ampia e prossima alla verità e al bene generale.
Sono idee che ho ripreso da ciascuno dei vostri ragionamenti, per sentirci ancora più uniti verso lo scopo comune.
E’ per questo che vi invito ad alimentare il nostro sito e il nostro dibattito via mail, magari con un po’ più di attenzione e di rispetto nei riguardi dell’altro, attenuando toni ed approcci personalistici che a nulla servono nella costruzione di un percorso grande che richiede l’apporto di ciascuno, senza escludere nessuno.
Di fronte a problematiche di notevole complessità è infatti necessario avere un approccio inclusivo e di mediazione attiva e prospettica, in cui riconoscere e valorizzare le idee e le competenze di ciascuno.
E’ per questo che chiedo a tutti gli altri amici, con cui abbiamo avuto la fortuna di entrare in relazione costruttiva, di continuare a partecipare al nostro dibattito e alla nostra comune opera per un risultato di equità e di speranza, importantissimo per noi e il futuro delle prossime generazioni.
Un caro saluto a tutti e a risentirci anche attraverso il nostro sito, che dovrà essere sempre più ricco di proposte e di collegamenti anche con altre associazioni,
Pasquale Moliterni